Nel 1729 Vittorio Amedeo II commissionò a Filippo Juvarra un padiglione per la caccia da costruirsi sui terreni di Stupinigi, acquiastati da Emanuele Filiberto nel 1564 e successivamente ceduti all'Ordine Mauriziano (1573). Filippo Juvarra, ispirandosi alla tradizione architettonica romana appresa alla scuola di Carlo Fontana e a quella di Fischer Von Erlach realizzò una palazzina al cui centro pose il salone ellittico a doppia altezza, con maniche laterali disposte come le rotte di caccia, a croce di sant'Andrea, contestualmente disegnate sul territorio. Il legame diretto con la città e sottolineato da un lungo viale alberato, asse portante dell'intera composizione costituita dal sistema di cortile d'onore, palazzina, giardino, parco. Il complesso completato nel corso del Settecento da Bemnedetto Alfieri, Giovanni Tommaso Prunotto e Ludovico Bo, testimonia la felice intuizione compositiva del progetto juvarriano. Dal 1925 la Palazzina di Caccia è sede del Museo d'Arte e Ammobiliamento storico.