Il Castello di Racconigi nasce come casaforte a cavallo del Mille, nell'ambito della Marca di Torino. Nella prima metà del XII secolo diventa parte costituente del Marchesato di Saluzzo, quindi, nel 1363, fu conquistato militarmente da Amedeo VI, il Conte Verde. Il feudo fu assegnato prima agli Savoia-Acaia poi, dal 1413, ai Savoia-Racconigi.
Nel 1620 il duca Carlo Emanuele I di Savoia assegnò Racconigi al figlio cadetto Tommaso , capostipite della linea Savoia-Carignano.
Fu Emanuele Filiberto, secondo principe di Carignano, figlio di Tommaso e Maria di Borbone Soissons, detto "il muto", il vero promotore della prima trasformazione del castello. Nel 1670 affidò ad André Le Nôtre (artefice dei giardini di Versailles e Vaux le Vicomte) il compito di progettare un raffinato giardino alla francese e, nel 1676, al modenese Guarino Guarini l'incarico di progettare la ristrutturazione dell'edificio.
Del progetto guariniano furono realizzati, solo la splendida facciata settentrionale verso il parco, capolavoro dell'architettura seicentesca, e il salone centrale con l'imponente torrione innalzato al centro del palazzo sul preesistente cortile interno.
Nel 1755, il quarto principe di Carignano, Ludovico Vittorio, figlioccio del re di Francia Luigi XV e che per lunghi anni aveva vissuto a Parigi, affidò a Giovan Battista Borra l'incarico di riplasmare le facciate sud e laterali e di rendere più decorosa la zona d'ingresso abbattendo i vecchi edifici attorno al cortile.
In questo periodo furono anche modificati e riarredati gran parte degli appartamenti e delle sale in stile neoclassico, secondo il gusto dell'epoca. Alcuni ambienti mantengono ancora oggi l'impostazione e la decorazione settecentesca, come il salone d'Ercole , la sala di Diana e gli appartamenti cinesi .
Carlo Alberto, settimo principe di Carignano, molto affezionato alla residenza di Racconigi, nel 1820 diede il via al primo, grande progetto di rinnovamento della Residenza, chiamando il giardiniere tedesco Xavier Kurten ad estendere e riprogettare il Parco in linea con il gusto “romantico” del tempo; fu l'inizio di una “rivoluzione culturale” che portò a cancellare ogni traccia residua del progetto di Le Nôtre e pose le premesse per i successivi interventi sul Castello.
Nel 1832, anno successivo alla sua ascesa al trono, Carlo Alberto iscrisse Racconigi nel novero delle Reali Villeggiature e affidò all'architetto di corte Ernest Melano l'ampliamento volto a ricavare al primo piano nuovi appartamenti per gli ospiti, rendendo così la residenza più adatta alle esigenze di corte.
In questi anni venne realizzato anche il cortile d'onore, chiuso dalla cancellata in ferro del Cambiaggio.
All'architetto, pittore e decoratore bolognese Pelagio Palagi vennero, invece, affidate le opere concernenti l'arredamento e la decorazione degli spazi interni ai piani nobili. Egli attuò una vera e propria reinvenzione degli ambienti, condotta fino al particolare esecutivo. Furono così realizzati mobili, arredi, mosaici, decorazioni d'ambiente per l'esecuzione dei quali Palagi aveva radunato una valida equipe di artisti e artigiani. I cantieri terminarono nel 1842.
Dopo la scomparsa, nel 1849, di Carlo Alberto, la dimora estiva venne visitata dai principi meno frequentemente: si ridussero le lunghe villeggiature estive, che lasciarono il posto a visite fugaci. Racconigi fu scenario di alcune celebrazioni anche alla fine del XIX secolo, ma solo dopo la morte di Umberto I, nel 1900, la residenza riprese vitalità per le iniziative della nuova coppia reale.
Il castello tornò ad essere una dimora di villeggiatura frequentata abitualmente quasi ogni anno da Vittorio Emanuele III ed Elena del Montenegro, e fu trasformato secondo le moderne esigenze del tempo: apparvero impianti di riscaldamento, i bagni, l'energia elettrica, nuove pompe per la fornitura di acqua potabile ad ogni piano; si diffusero radio e giradischi; fu costruito un laboratorio fotografico ad uso esclusivo del re e della regina; si realizzarono lavori di restauro in alcune stanze ai piani nobili.
Il palazzo era così predisposto per ricevere adeguatamente ospiti di prestigio in visita ai sovrani: nel 1909 fu ospitato lo zar di Russia Nicola II e nel 1918 i genitori della regina Elena. Nel 1904 nacque in questa residenza l'ultimo re d'Italia, Umberto II.
L'ultimo atto di grande solennità fu la celebrazione, avvenuta nel 1925, delle nozze di Filippo d'Assia e Mafalda di Savoia, la principessa morta tragicamente nel campo di sterminio di Buchenwald.
INFORMAZIONI PER I VISITATORI
L'accesso al Castello è previsto con visite accompagnate dal personale di vigilanza in gruppi di massimo 25 persone.
Dal martedì al venerdì la visita avviene con partenze ad orari stabiliti: 9.00, 10.30, 12.00, 14.00, 15.30, 17.00, 18.20.
Il sabato e la domenica gli orari di partenza delle visite sono intensificati in relazione all’affluenza del pubblico.
Tali ingressi sono riservati ai visitatori occasionali e non sono prenotabili.
INFORMAZIONI PER I GRUPPI ORGANIZZATI
I gruppi organizzati devono accedere alla visita del Castello con partenze al di fuori degli orari sopra indicati e devono essere muniti di una propria guida turistica professionale, tenendo conto che le normative di sicurezza impongono che ogni gruppo di visita non superi le 25 unità e che la durata della visita deve essere contenuta entro h. 1.15 per garantire l’ordinato susseguirsi dei gruppi.
E’ necessario prenotare l’orario di ingresso della visita da parte del gruppo in uno dei seguenti modi:
telefonando al numero 0172-84595 preferibilmente nei giorni di martedì, mercoledì, giovedì, dalle ore 9.00 alle 12.30;
inviando una mail all’indirizzo sbap-to.racconigiprenotazioni@beniculturali.it
Per prenotazioni
L’orario dedicato alle prenotazioni è limitato ai seguenti orari:
MARTEDÍ, MERCOLEDÍ E GIOVEDÍ dalle ore 9.00 alle 12.30
sbap-to.racconigiprenotazioni@beniculturali.it
Numero telefonico riservato alle prenotazioni: 0172.84595
L'accesso al Castello è regolato da visite accompagnate in gruppi di massimo 25 persone.